Plane /Talea

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dal 18 Dicembre 2022 al 18 Dicembre 2022

Domenica 18 dicembre, ore 21.00 presso l' Archivio Storico Comunale avrà luogo Plane/Talea

Plane Talea è un archivio di voci anonime che il compositore Alessandro Bosetti raccoglie da alcuni anni.

L’archivio conserva decine di migliaia di files audio, brevi emissioni vocali — utterances — tutte o quasi tutte appena più brevi di una parola dotata di senso, conservate in cartelle che ne specificano le caratteristiche ma omettono qualsiasi dettaglio biografico sulla persona che originariamente le ha prodotte.

Nel tempo che segue le registrazioni, il ricordo dell’incontro coi donatori e le donatrici di voce svanisce lentamente mentre il compositore incontra e impara a conoscere delle vere e proprie creature vocali, dotate di personalità propria ed in grado di condurre un’esistenza autonoma.

Ogni volta in cui Alessandro Bosetti performa l’archivio, si ritrova a percorrerlo in sensi e direzioni nuove, ricomponendo e ricambiando i frammenti vocali senza però mai alterarne la natura sonora. Nessun effetto quale pitch shifting, time stretching, delay, o frammentazione viene applicato alle voci registrate mentre l’unica strategia compositiva utilizzata nelle performances è quella di organizzare delle rapide ricombinazioni.

Una certa ispirazione è stata l’Ars Combinatoria di Raimondo Lullo, le cui divine ruote concentriche garantivano di poter esprimere tutte le combinazioni presenti nell’universo, tanto quanto la sua Macchina per Pensare disegnata da lui nella Ars Magna del XIII secolo.

I files non vengono inoltre mai tagliati “nella carne della voce” — ogni uttenrance comincia e finisce per suo conto — e per quanto minuscoli siano i dettagli di tali inizi e di tali fini essi vengono sempre preferiti a dei fade in o fade out. Come un treno che si mette in movimento oppure frena producendo una caratteristica sequenza di eventi sonori, anche ciascuna delle emissioni vocali di Plane/Talea produce la sua personalissima sequenza di micro eventi sonori che ne caratterizzano l’apparire e lo scomparire.

Ogni performance di Plane/Talea è una passeggiata attraverso un paesaggio vocale, una communita di esseri sonori o se si vuole un coro immaginario e impossibile e pertanto estremamente reale. Tutti i suoni presenti in questo paesaggio sono esclivamente suoni vocali, non trattati elettronicamente ma unicamente ricombinati.

Il desiderio composition e l’immaginazione musicale di Alessandro Bosetti si specchiano e si confrontano con una materia fatta di oggetti trovati e vivi, ancora carichi dell’energia e dell’emozione di un incontro di cui si sono perse le tracce.

L’archivio di voci ne raccoglie oggi all’incirca settanta e continua ad espandersi.

L’artista e compositore Alessandro Bosetti crea un “coro impossibile”, costruito attraverso il campionamento di migliaia di voci raccolte in un archivio digitale in costante aggiornamento. Plane/Talea nasce da un interesse per la polifonia vocale. Prospetta un coro impossibile costruito attraverso il campionamento di migliaia di frammenti e
particelle di voce, la sua e quella di altri, e la loro ricomposizione in ghirlande e tessiture polifoniche. Tale ciclo può venir inteso come la sonificazione utopica di una comunità impossibile, in cui voce è atomizzata in particelle primarie ed in seguito ricostituita in masse e nubi sonore. La musica di Plane/Talea è la proiezione sonora di tale comunità. La voce non viene processata o alterata in alcun modo ma è sottoposta ad una riorganizzazione molecolare. L’Ars Combinatoria di Raimondo Lullo, le divine ruote concentriche che garantivano di poter esprimere tutte le combinazioni dell’universo, o la Macchina per Pensare disegnata nella sua Ars Magna del XIII secolo, hanno a loro modo dato spunto a
questa visione di Bosetti, che nel corso di un ventennio ha investigato ampiamente il rapporto parola/suono. Di fronte a certune difficoltà ha cercato di impiantare dentro di se delle ruote lulliane. Ha cercato di trasformarsi in un automa, in una macchina o nella somma dei suoi componenti e delle sue memorie. In tale intento ha fallito, e il suo sé gli è sfuggito comunque in un altrove che non gli è dato conoscere. Ora le ruote lulliane girano a vuoto come giraventi e caleidoscopi, nello ruotare fanno un rumore gradevole, almeno più gradevole di quello dello ruotare di una ruota di bicicletta. Le ruote avrebbero dovuto fissare in un numero finito tutti gli elementi del coro dell'io. Avrebbero dovuto donargli un identità unica. Ma c'era sempre qualcosa che si aggiungeva e qualcos'altro che sfuggiva. Il brulicare era inevitabile, la molteplicità sgorgava ovunque e la solitudine si rivelava impossibile. C'erano sempre degli altri a proporre innesti, comunità, fusioni. Come automa sarebbe stato compiuto e morto, come coro è vivo e malfatto. (Un artista maldestro con l'angoscia del tempo).
E' difficile far fare alle persone quello che non hanno voglia di fare. Se non hanno voglia di farlo probabilmente non lo faranno. È così. Allo stesso modo, quando ci si divide in piccoli individui fatti solo di un pezzo di se, è difficile farli obbedire, far funzionare il gruppo, lo stormo di note. L'organista Eglisak potrebbe venire in aiuto, raggruppando i fuggitivi, le piccole particelle di voce. Ci sono voci che si allontanano non viste verso sud ed altre che inghiottono scaglie di legno. Ce ne sono altre che tentano di scalare alcuni cavi che pendono dal soffitto. Solo poche restano sul pavimento a giocare con cubi di linguaggio. Costruiscono grammatiche effimere.

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