Capo

Passeggiando lungo le strade di alcuni rioni di Palermo, si ha l’impressione di stare in uno dei suk di una qualsiasi città musulmana. Non per niente, alcuni mercati sono stati realizzati durante la dominazione araba, ed ancora oggi, si possono notare l’aspetto, le consuetudini del vendere e del comprare, i colori, gli odori, l’usanza di sommergere strade e piazze con banchi, cesti, tendoni variopinti, tipico, appunto, dei tradizionali mercati nordafricani. I mercati di Palermo rappresentano il luogo ideale per un autentico tuffo nel passato e nelle tradizioni più antiche del popolo palermitano. I mercati storici di Palermo sono dei veri e propri monumenti viventi! Non si può visitare questa splendida città senza ammirare questi spettacolari e pittoreschi mercati. Essi sono infatti quasi una sintesi dell’indole colorita ed allegra e della cultura poliedrica e cosmopolita del palermitano. Mentre ci si addentra nelle viscere di questi mercati si viene costantemente accompagnati dai richiami fatti ad alta voce, e spesso in modo piuttosto colorito, dai vari ambulanti per invitare a comprare la propria merce. Questo pittoresco invito viene chiamato “abbanniata” in dialetto palermitano. Ed in effetti parte dello spettacolo è anche quello di ascoltare questa “musica folkloristica” tipica dei mercati storici. In questi mercati storici si può acquistare di tutto un po’, ma soprattutto frutta, verdura, pesce e carne. Diciamo comunque che ogni palermitano che si rispetti, sa quale mercato scegliere in base a cosa deve comprare. I più importanti mercati storici di Palermo sono: Ballarò, la Vucciria, il Capo, il Borgo Vecchio.

Capo situato nell’antico quartiere, denominato Seralcadio, formatosi in epoca musulmana per ospitare gli schiavoni, ovvero pirati e commercianti di schiavi. Si estende lungo le via Carini e Beati Paoli, la via di S. Agostino e la via Cappuccinelle. Furono gli Agostiniani a popolare questa zona, poiché essi avevano la loro sede nel convento attiguo alla trecentesca chiesa di S. Agostino. Uno degli ingressi principali è quello di Porta Carini, così chiamato per l’esistenza della settecentesca porta, riedificata riferendosi all’originale del quattrocento, nei cui pressi è il Palazzo di Giustizia.

Fondamentalmente il mercato è sempre stato luogo particolare per la vendita della carne, anticamente nelle vicinanze esisteva il macello civico detto “bocceria nuova” per la macellazione di becchi e altri animali, diverse sono le “carnezzerie” (termine dialettale conseguente alla dominazione spagnola) e non macellerie come vengono comunemente chiamate. Per definizione il mercato del popolo di Palermo, ha saputo mantenere con il suo intricato labirinto viario l’aspetto proprio di un suk orientale, dove trasuda opulenza e magnificenza.

Tra la folla si confondono i venditori ambulanti che propongono ai passanti le specialità tipiche della cucina di strada palermitana: “sfincione e “sfincionello”, pane con la milza, pane con le panelle e le crocchè di patate etc. Altro particolare, che stupisce, nel vedere i quarti di carne appesi al di fuori della bottega, usanza sopportata, da quella che fu la presenza ebraica in città, per depurare l’animale del suo sangue, caratteristica è l’esposizione di capretti e agnelli in determinati giorni prefestivi, completamente privi di pelle tranne la coda che mantiene il ciuffo che fanno da quinta come sfondo al negozio.

via Cappuccinelle, 1 90134 - Palermo (PA)

Orari:

Aperto tutti i giorni la mattina e il pomeriggio.

Modalità di ingresso e prezzi:

Ingresso libero.