Weber, Hummel & Bizet

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dal 11 Luglio 2021 al 11 Luglio 2021

Il concerto è stato spostato giorno 12 luglio alle ore 21:00 al Cinema Golden, storico auditorium dell’OSS, considerata la coincidenza con la finale del campionato europeo che vedrà protagonista la squadra dell’Italia.

L’11 luglio, alle ore 21:00, in Piazza Ruggero settimo, avrà luogo il concerto "Weber, Hummel & Bizet".

Ultima opera di Weber, l’Oberon fu rappresentato per la prima volta al Covent Garden di Londra il 12 aprile 1826 a due mesi circa dalla morte che lo avrebbe colto nella notte tra il 4 e il 5 giugno dello stesso anno.

Nonostante già gravemente minato dalla tubercolosi, Weber, al quale i medici avevano diagnosticato pochi anni di vita anche nel caso in cui li avesse trascorsi in condizioni di assoluto riposo in Italia, terra ideale per il clima salubre, decise di accettare la commissione pervenutagli il 18 agosto 1824 dal Covent Garden tramite una lettera indirizzatagli dall’impresario Charles Kemble. In base all’offerta, economicamente vantaggiosa per la famiglia, Weber avrebbe dovuto dirigere, nel prestigioso teatro inglese, il suo Franco cacciatore e una nuova opera. Kemble gli propose di scegliere il soggetto per la sua nuova opera tra il Faust e l’Oberon, ma Weber, sapendo che al primo stava già lavorando Spohr al quale, in passato, aveva già rubato quello del Franco cacciatore, optò per il secondo.

Il libretto, che James Robinson Planché, il librettista scelto da Kemple, stava approntando traendolo dal poema Oberon di Wieland e dal Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, tardò ad arrivare e Weber, che, poté finalmente leggere il primo atto il 30 dicembre del 1824, chiese a Kemble un rinvio alla stagione successiva, dicendo che non poteva scrivere un’opera della quale non avesse il quadro complessivo.

Il libretto di Planché, pronto per il 1° febbraio nella sua versione originale in inglese, lingua che Weber aveva studiato prendendo ben 153 lezioni da un cittadino britannico residente a Dresda, non soddisfece il compositore che, volendo, tuttavia, onorare l’impegno preso, lo approvò con l’intenzione di rimaneggiarlo in seguito nella versione tedesca. La composizione dell’opera, iniziata già nel mese di gennaio del 1825, fu completata pochi giorni prima di essere rappresentata nella capitale inglese dove Weber, giunto il 4 marzo, fu accolto con tutti gli onori. Qui, oltre all’Oberon che ottenne un enorme successo, Weber, nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute, diresse tutta una serie di concerti dai quali ricavò lauti guadagni economici.

Allievo per ben due anni di Mozart, del quale fu ospite presso la sua casa, di Clementi, di Haydn oltre che di Salieri, Johann Nepomuk Hummel, compositore ormai quasi del tutto dimenticato, nella prima metà dell’Ottocento conquistò una grandissima fama in tutta Europa come brillante pianista.

Ricercato come concertista in tutta Europa, Hummel, però, ottenne il suo primo incarico di un certo prestigio nel 1804, quando, grazie alla segnalazione di Haydn, fu nominato maestro di cappella alla corte del principe Hesterházy, dove rimase fino al 1811, quando fu cacciato per alcuni atteggiamenti che furono interpretati come negligenze.

Nonostante tutto, Hummel, in seguito, ottenne la stessa carica a Stoccarda, che abbandonò presto per contrasti intervenuti con l’impresario del teatro, e, infine, trovò una sistemazione definitiva alla corte granducale di Weimar, dove rimase fino alla morte 

Non si hanno notizie riguardo alla prima esecuzione di questo Concerto per fagotto e orchestra, che, composto intorno al 1805 e dedicato a un certo signor Griesbacher di Vienna, molto probabilmente un virtuoso di questo strumento, mostra evidenti influenze di Mozart e di Haydn. Il primo movimento, Allegro moderato, in forma-sonata con due temi di carattere cantabile, costituisce per quanto attiene alla parte del solista una delle pagine tecnicamente più difficili tra quelle scritte per fagotto nel periodo classico. Una fresca cantabilità contraddistingue il secondo movimento, Romanza, che si conclude con una cadenza, mentre l’ultimo movimento, Vivace, è un brillante Rondò nel quale il solista può mettere in mostra le sue doti virtuosistiche.

 Bizet, convinto della qualità della composizione, realizzò poco dopo una suite sinfonica che venne eseguita il 10 novembre dell’anno seguente a Parigi, mentre la seconda suite fu realizzata da Ernest Guiraud quattro anni dopo la morte del compositore.

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