Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale
Situata nella valle omonima, a metri 507 sul mare, secondo la tradizione fu fondata da Gregorio Magno.
Situata nella valle omonima, a metri 507 sul mare, secondo la tradizione fu fondata da Gregorio Magno.
L'Antico Stabilimento Balneare di Mondello, una delle opere architettoniche in stile Art Nouveau più belle d'Europa, nasce nei primi anni del Novecento, in seguito alla bonifica del litorale palermitano.
Così chiamata poiché deriva dal termine arabo “al-Fawwarah”, ovvero “sorgente d’acqua”, ed è anche detta di Maredolce, poiché nelle vicinanze un lago artificiale vi si trovava.
Il palazzo, iniziato durante il regno di Guglielmo I ed ultimato da Guglielmo II intorno al 1167, fu la residenza estiva preferita dai re e dalla sua corte. Il suo nome deriva dall’arabo “al-Aziz”, ovvero “splendido”.
Situate nei sotterranei del convento dei Padri Cappuccini dal 1599, anno della loro realizzazione; le gallerie che la compongono formano un ampio cimitero di forma rettangolare.
Il chiosco rappresenta un bel esempio di architettura di stile Liberty, realizzato nell’ottocento dall’architetto Ernesto Basile.
Il chiosco Ribaudo al Politeama situato in piazza Castelnuovo, è una struttura in cemento armato decorato da maioliche floreali e mosaici brillanti.
Progettato come elemento di arredo urbano da Ernesto Basile nel 1896, il Chiosco si trova in stretto rapporto spaziale con l'antistate Teatro Massimo.
Il chiostro appartenente al complesso dell’abbazia benedettina di S. Maria la Nuova, fondata nel 1174 per volere del re normanno Guglielmo II, funge da perno di tutto il complesso abbaziale che si sviluppa intorno ad esso e rappresenta uno splendido esempio di architettura bizantina.
Nel 1524 nei primi del mese di giugno venne fondato per opera di suor Francesca Leonfante, nobile palermitana, un convento sotto la regola di Monteoliveto che ospitò diverse religiose che vennero vestite dalla stessa fondatrice diventata Badessa.
Il termine “cuba” viene dall’arabo “Qubba”, ovvero “cupola”, e fu costruita nel 1180 per il Re Guglielmo II, al centro di un ampio parco che si chiamava “Genoardo” (dall’arabo “Jannatt al-ard”, ovvero “paradiso in Terra”).
Monumento di epoca normanna realizzato nel 1184 da architetti e maestranze nordafricane (fatimite) per volere di Guglielmo II il Buono; si trova dove un tempo scorrevano le acque che alimentavano il lago Alberira
La magnifica Cerere, rappresentata in questa suggestiva opera d’arte all’aperto, è un esempio di stile Liberty palermitano che ricorda l’Art Nouveau di Gustav Klimt. Chiamata ‘a Pupa ru Capu’ dagli stessi palermitani, è stata la dea pagana protettrice del mercato del Capo.
Nel settembre 1840 i fratelli Sgroi costituirono a Palermo, nelle vicinanze del Fiume Oreto, la "Società Oretea per la fusione d'opere di ferro e bronzo", il cui impianto fu immediatamente fornito di una motrice a vapore, destinata ad azionare torni e piallatrici meccaniche.
La fontana, costruita nel 1630 su progetto dell'architetto Mariano Smiriglio e realizzata dallo scultore Nunzio La Mattina, è composta da una vasca marmorea di forma vagamente circolare e sul bordo della vasca sono stati posti due draghi, sempre marmorei, in posizione opposta uno dall'altro.
La Fontana del Garraffello, scolpita da Vincenzo Gagini nel 1591, è situata nell'omonima piazza, nel cuore del Mercato della Vucciria. Il suo nome deriva dalla parola araba gharraf, che significa "abbondante d'acqua".
La fontana del Garraffo fu realizzata, in stile barocco, nel 1698, e fu posta nel centro della piazza del Mercato della Vucciria, a Palermo. Il suo nome significa "abbondante d'acqua" e deriva dall'arabo gharraf.
La Fontana del Genio di Piazza Rivoluzione, anticamente chiamata Genio del Molo o della Fieravecchia perché, sin dal medioevo aveva la funzione di ospitare la Fiera, ovvero il mercato cittadino, è una delle otto rappresentazioni monumentali del protettore laico della città di Palermo.
Realizzata nel 1554 dallo scultore toscano Francesco Camilliani per ornare una villa fiorentina. Successivamente, fu acquistata dal Senato palermitano per la cifra di 20/30.000 scudi ed arrivò a Palermo smontata in 644 pezzi e ricomposta in maniera diversa rispetto al disegno originario.
Elegante costruzione tardo-cinquecentesca che utilizza colonne e capitelli di un preesistente edificio del XI secolo, i cui resti sono inglobati nella adiacente cappella di S. Maria l’Incoronata, preceduta da un pronao ed è costituita da un unico vano absidato; tutta l’area infatti, in epoca musulmana era occupata dalla grande moschea e qui era una sala ipostila.
Il Loggiato di San Bartolomeo è ciò che rimane di un ospedale seicentesco che si affaccia sul Foro Italico della città di Palermo, alla sinistra di Porta Felice. L’ospedale fu costruito nel XIII secolo per volere della Confraternita di San Bartolomeo.
Rappresenta una terrazza, realizzata nel XIX secolo, compresa tra Porta Felice e Piazza Kalsa. Il termine “Cattive” deriva dal latino “Captivae” ovvero “prigioniere”, utilizzato per identificare le vedove ( anche in siciliano, vedova si dice cattiva ), che erano considerate come prigioniere del dolore che dava il lutto.
Fu realizzato nel 1846 su progetto di Domenico Lo Faso e Carlo Giachery e costituiva il monumento simbolo delle passeggiate estive della nobiltà e borghesia palermitane, dove potersi allietare con dolci sinfonie.
Realizzato nel 1875 dallo scultore ed intagliatore, Salvatore Valenti, per volere della potente famiglia Florio, la quale aveva la propria residenza in questa piazza, con lo scopo di ospitare bande musicali per feste, fiere e manifestazioni.
Il Molo Trapezoidale del porto di Palermo accoglie il Palermo Marina Yachting, una vasta area (30 mila metri quadrati) dove poter trascorrere del tempo in totale relax.
Costruito tra il 1130 e il 1140 da Giorgio d'Antiochia, ammiraglio di re Ruggero. Il ponte, che si trova sul luogo dove scorreva il fiume Oreto prima di essere deviato, rappresentava un elemento di grande importanza per la viabilità di quel periodo, quando Palermo era raggiungibile solo dal mare.
Elegante esempio di porta a piloni costruita nel 1782 al posto di una delle più antiche porte realizzate nel XIII secolo. Il nome è dovuto dalla presenza della strada che da qui si dipartiva e che, inoltrandosi per le campagne settentrionali, conduceva a Carini.
Così chiamata per il fatto che il quartiere della Kalsa era, nel tardo Medioevo, abitato da una popolazione di origine greca. Fu edificata nel XIV secolo ma, successivamente, venne distrutta e riedificata nel 1553.
Dedicata alla moglie, Donna Felice Orsini, del vicerè Marcantonio Colonna, la sua edificazione fu iniziata nel 1582, ma i lavori, subito dopo, furono interrotti e ripresi nel 1602 sotto la direzione di Mariano Smiriglio e furono portati a termine nel 1637 da Vincenzo Tedeschi.
Esempio tra i più rappresentativi dell’architettura trionfale a Palermo, rappresenta l’ingresso dal lato occidentale della città. Fu edificata a ricordo della solenne entrata a Palermo dell’imperatore Carlo V, avvenuta nel 1535, di ritorno dalla vittoriosa campagna militare in Africa.
La porta fu realizzata durante il periodo normanno e rappresenta una delle più antiche testimonianze della cinta muraria medievale
Denominata, Vigliena, dal nome del vicerè spagnolo sotto cui terminò la sua prima sistemazione nel 1620, resa necessaria in seguito all’apertura di via Maqueda, nel 1600. L'incrocio che si venne a creare, tra via Maqueda e via Vittorio Emanuele, portò alla suddivisione della città in quattro parti detti “Mandamenti”.
Chiesa in stile tardo gotico: i lavori di costruzione iniziarono nel 1506 nell’antico quartiere della Kalsa, dai padri Olivetani, i quali scelsero il nome “Spasimo” in segno di devozione alla Madonna che soffre dinanzi al Cristo in Croce.
Lo Stand Florio fu realizzato dalla famiglia Florio su progetto di Ernesto Basile nel 1905
La Torre campanaria, slanciata costruzione in conci squadrati, in origine estranea alla chiesa antistante di San Nicolò di Bari all'Albergheria, divenuta, nel ‘300, vera e propria torre civica, successivamente, fu completata con finestre bifore, decorate da disegni e tarsie bicrome.