Chiesa di Sant'Agata La Pedata

La chiesa di Sant'Agata la Pedata è un luogo di culto adiacente a Porta Sant'Agata  L'edificio assieme al convento dell'Ordine agostiniano riformato della «Congregazione di Centorbi» costituiva in passato un unico aggregato monumentale. Al 1275 e 1279 risalgono le prime attestazioni in atti notarili che comprovano l'esistenza di un luogo di culto agatino ubicato vicino ad una porta della cinta muraria dell'epoca. Tale vicinanza supportava la primitiva denominazione di chiesa di Sant'Agata de Porta che si accostava all'appellativo di chiesa di Sant'Agata de Petra per via della custodia, all'interno dell'edificio, dell'orma pietrificata.

Nel 1324, altre notizie documentali inerenti ad un testamento fa espressamente riferimento alla chiesa.

L'attribuzione della cittadinanza fra Catania e Palermo fu aspro argomento di disputa tra storici nei vari secoli, studi che concordano sul luogo di morte (Catania) e sulle proprietà e possedimenti della famiglia nel territorio cittadino (Palermo). Possesso di beni che permise la temporanea fuga dalla città etnea e molteplici nascondigli.

Dal 1499 per volontà della confraternita formata dalle maestranze dei conciatori di pelle, l'uscita annuale del fercolo si alternò. Il Senato palermitano decretò e formalizzò la cadenza annuale da condividere con la la Chiesa di Sant’Agata alle Mura. Agli inizi del XIX secolo la manifestazione prendeva avvio direttamente dalla Cattedrale.

Nel 1518 furono eseguiti restauri conservativi che comportarono anche l'ingrandimento dell'aula e la costruzione del convento. I lavori causarono la perdita degli elementi architettonici originali, tipici delle semplici chiese di campagna, determinando uno stile indefinibile.

Nel 1575, Il tempio fu concesso alle categorie di fabbri, magnani, archibugieri, coltellinai e calderai, corrispondenti rispettivamente ai fabbri ferrai, chiavettieri, schioppettieri, coltellieri e pentolai associati in un'unica maestranza. Devoti del loro patrono e patrocinatori della Cappella di Sant'Eligio.

Nel 1622, Il ceto cedette la chiesa all'Ordine dei Mercedari Scalzi. Dopo tre anni costoro, causa esaurimento della vena idrica e avanzando motivazioni sulla presunta insalubrità del luogo, si trasferirono nella Chiesa dell’immacolata Concezione ai Cartari nella contrada ai Lattarini ove edificarono una nuova struttura conventuale.

Nel 1663 i religiosi dell'Ordine Agostiniano riformato della «Congregazione di Sant'Adriano», congiuntamente ai membri della «Congregazione di Centorbi», già titolari della Chiesa della madonna della Provvidenza fuori Porta Termini, ottennero l'uso di questo tempio.

In precedenza era la congregazione dei Maniscalchi a detenere il possesso, sodalizio che nel 1680 si distaccò dal gruppo di corporazioni fino al 1821.

Al suo interno si possono ammirare: la Cappella di Sant’Egidio, nella prima campata della navata di sinistra l’Altare della Vergine con una statua marmorea in stile gaginesco, nella seconda campata vi sono le reliquie di San Giovanni Paolo II, nella terza campata si trova la sepoltura della venerabile Maria Chiara Magro. Nell’absidiola di sinistra vi è la Cappella di Sant’Agata dove, in un altarino posto sul lato sinistro è collocata la custodia del sasso recante, secondo la leggenda tramandata oralmente dal popolo, l'orma della martire.

Via del Vespro, 51 90127 - Palermo (PA) Tel: 091217446

Orari:

Da lunedì a giovedì dalle ore 15.30 alle ore 19; venerdì dalle ore 16 alle ore 19; sabato dalle ore 15.30 alle ore 19.30; domenica dalle ore 8.30 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19

Ente gestore:

Arcidiocesi di Palermo, Corso Vittorio Emanuele, 461 90134 - Palermo ()